mercoledì 2 luglio 2008

15 Fontainebleu - Paris (Arc du Triomphe)

La sera prima non riesco ad addormentarmi.
Nicco è crollato anche con la luce accesa mentre io guardo mappa e soffitto.
La mattina ci svegliamo senza difficoltà, oggi abbiamo una voglia di partire da matti.
Un'ottantina di chilometri, adesso manca poco.
Per circa quindici chilometri attraversiamo una foresta di alberi secolari.
Per il resto della distanza c'è la giungla delle banlieu parigine e delle macchine che ci sfrecciano a fianco spellandoci i gomiti.

Oggi ci scambiamo poche parole, la testa è troppo piena di pensieri; ognuno con i suoi, il cuore che batte, le gambe che spingono, i polmoni si gonfiano. Tutto come nei giorni scorsi, ma oggi è diverso.
C' è tensione, di quella buona, ed emozione, di quella sincera. Ma tante di quelle cose si affollano nella mente che, adesso, scriverle è impossibile.

Nicco, più attento di me: "Guarda là, a sinistra!"
Volto lo sguardo, è lì la Tour Eiffel. Che tonfo al cuore. Un po' di commozione scende dagli occhi.
Ancora qualche chilometro, ecco il piccolo cartello che annuncia l'ingresso a Paris. Ci spiazzano un po' la sua semplicità e scarsa maestosità, ma è favoloso vederlo affiancato dall' ancor più piccolo segnale di pista ciclabile. Sembra destinato a noi. Così decidiamo di conquistarlo, simbolicamente, con il l' adesivo del nostro viaggio.
Per un attimo ci sentiamo come Armstrong: non quello che a Parigi ha girato spesso in maglia gialla, Lance; non quello che portava gli occhiali neri e cantava con una voce da dio, Louis; quello che ha messo per primo il suo piede sulla Luna, Neil.
La conquista è fatta, anche se alla fine decidiamo di lasciare comunque la città ai suoi abitanti, in fondo a noi basta il ricordo.

Pedaliamo ancora,
fino al centro,
fino a costeggiare la Senna,
fino a Notre Dame,
fino al Louvre,
fino ad attraversare Le Tuileries,
fino a Place de la Concorde,
per entrare, infine,
sui maestosi Champs-Elysees.
Sono gli ultimi tre chilometri, i chilometri più lunghi.
E per me, i chilometri che aspettavo da sempre.
Il traguardo è lì, in quel monumento scelto come meta del viaggio e che si fa sempre più grande mentre dentro cresce l'orgoglio di avercela fatta.

La sensazione provata nel momento in cui ci fermiamo sotto il grande Arco è indescrivibile, e per questo lascio a voi che leggete di cercare di immaginarla. E, per piacere, perdeteci del tempo, mettetevi di impegno, immedesimatevi: e' bellissima. Ognuno di voi avrà la sua, e ognuno avrà la propria preferita, la più adatta e perfetta. Ognuno immagini il suo quarto d'ora di gloria, e immagini quello che una persona può provare mentre sta realizzando un suo grande sogno. (...i sogni che si realizzano, quando lo fanno, a volte lo fanno lentamente e senza darti il tempo di accorgertene, e sono così diluiti che non ne senti il sapore e, se lo cerchi, non riesci a trovare l'istante in cui nella tua vita qualcosa cambia. A volte invece si realizzano per caso, e vivi solo quella scarica di adrenalina del momento esatto in cui succede. Altre volte ancora, invece, sono sogni che devi inseguire, o costruire, o per cui lottare o faticare come un matto per realizzarli: mentre lo fai ci metti l'anima e più ci metti l'anima più ti svuoti, e più ti svuoti e più scopri risorse per continuare a farlo. Cresce per strada il valore di quel sogno, cresce la dedizione nell'avvicinamento, cresce la tua consapevolezza di farcela, e la soddisfazione che hai nell' istante in cui realizzi che ce l'hai fatta è totale, ti invade. Mente e cuore)

E' stato così.

Da lì a momenti è arrivata Annalisa a salutarci e a farci le congratulazioni, è arrivata la gendarmerie a cacciarci, è arrivata una mandria di tifosi rugbysti a festeggiare pacificamente (e c'è piaciuto pensare che tutto quel baccano e quelle bandiere fossero per il nostro arrivo), è arrivato l' amico Alberto ad incontrarci, e ci ha incrociato di lì a poco, per una strada più secondaria, anche...


-reggetevi-


... il gay-pride.


E con questo ho detto tutto, tutto quello che per me è stato un giorno che non dimenticherò più.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Missione Compiuta... Complimenti!

amaxis ha detto...

chapeau

Anonimo ha detto...

e allora vedi che il sondaggio aveva ragione, eravate gia' partiti per andare al PRIDE :-P

Paolina ha detto...

secondo me, visto l'esito del sondaggio, il gaypride era stato organizzato in vostro onore :D

thrantir ha detto...

leggendo il post si possono rivivere le sensazioni che avete provato nell'ultima, emozionante pedalata :-)
Sono sicuro che è stata una bellissima avventura, di cui vi resterà per sempre il ricordo :-)

a sabato per la giusta celebrazione, mi raccomando bagnata da una bella birretta!!!

Anonimo ha detto...

E DOMANI (venerdì) L'ARTICOLETTO SUL FOGLIACCIO ;-) annalisa